I biologi marini sembrano aver capito qual è il segreto dei pesci abissali. Alcuni pesci come il Chauliodus sono molto neri e ciò aveva indotto gli scienziati a studiare queste cupe creature. In fondo ai mari infatti non penetra la luce e il cibo è scarso: per questo motivo ogni creatura diventa una preda. Per garantirsi la sopravvivenza in questi ambienti così ostili, alcuni pesci hanno sviluppato una colorazione più nera dell’inchiostro. Ma come?
Gli studiosi si aspettavano di trovare quantità immense di pigmento nei pesci neri e invece…hanno trovato un equilibrio perfetto tra melanina, lo stesso pigmento che ci permette di abbronzarci e di avere carnagioni dalle sfumature diverse, e nanostrutture che assorbono i fotoni. Insomma, è come se questi animali fossero dei piccoli buchi neri che ingoiano tutta la luminosità (in verità molto poca) che arriva loro dall’ambiente e da altri animali, compresi i predatori che vorrebbero mangiarseli in un sol boccone.
Si è scoperto poi, che più la superficie (le squame nel nostro caso) è liscia e uniforme, più aumenta il potere riflettente della luce mentre più la superficie delle squame è ruvida , più è capace di intrappolare e assorbire i fotoni.
Le speciali creature nerissime degli oceani combinano quindi più componenti per risultare assolutamente invisibili!
Questa scoperta è molto utile per tutti noi: riuscire a produrre un nero nerissimo potrà migliorare strumenti come i telescopi permettendoci di vedere oltre i riflessi e le luci che finora hanno nascosto altre galassie e chissà cos’altro…