70 impronte di dinosauro lasciate da 8 dino diversi in pochi metri quadrati di terreno… Un tesoro! Tutti i paleontologi come me non possono far a meno di invidiare la scoperta fatta dal cacciatore di impronte Ray Stanford il quale, mentre camminava con sua moglie vicino al centro aereo della NASA in Maryland (USA), si è accorto di una formazione strana che appariva sul suolo del parcheggio che stava attraversando. Il suo occhio allenato ha riconosciuto subito un’orma di circa 30 cm di un dinosauro. La sua scoperta ha bloccato i lavori che da lì a poco sarebbero iniziati in quell’area e dopo una delicata attività di scavo, si è riuscito a portar via una lastra di circa 3 metri quadrati che Stanford ha studiato per anni.
Si è scoperto così che la lastra di pietra risaliva a circa 110 milioni di anni fa e che l’orma che all’inizio aveva catturato l’attenzione di Stanford era solo una delle 70 orme diverse che sono state scoperte.Quella più grande, la prima che aveva visto mentre camminava, appartiene a un nodosauro. Attorno ad essa ce ne sono altre più piccole che indicano la presenza di un piccolo della stessa specie del nodosauro più grande. Ma le altre orme? Appartengono ad altre 7 specie diverse, dal pterosauro che con il muso frugava nel soffice terreno e che per questo ha lasciato l’impronta del suo muso, ad altre orme di zampa di pterorosauro, di un sauropode, di mammiferi e di alcuni teropodi, di cui uno molto probabilmente aviano. Ci sono poi tracce di un animale simile a un coccodrillo e di un invertebrato. Immancabile poi, insieme a tutte queste orme, trovare un… coprolite!
Come vorrei essere stato lì anch’io!